Descrizione Progetto

Cristian Gentilini: REQUIEM

in memoria delle vittime di Bergamo del Coronavirus

Registrato dal vivo il 6 novembre 2021 presso la Bailica di Santa Maria Maggiore di Bergamo.
Riprese audio: Danny Service, Bg – Editing e mastering: Paolo Guerini / ClassicaDalVivo in collaborazione con l’autore.
Galleria fotografica: Francesco Renne.

Gli esecutori

Solisti della Cappella Musicale della Basilica di S.M.Maggiore in Bergamo
soprani: Alessandra Gardini, Francesca Longa
contralti: Hyun Jung Oh, Marta Fumagalli
tenori: Paolo Borgonovo, Matteo Magistrali
bassi: Piermarco Viñas Mazzoleni, Filippo Maria Tuccimei

Coro USCI Bergamo

Ottoni e Percussioni del Conservatorio G. Donizetti di Bergamo
trombe: Andrea Terzi, Lorenzo Pandolfi
tromboni: Simone Maffioletti, Lorenzo Cornolti
percussioni: Pietro Vescovi, Francesco Valastro

voce recitante: Michele Marinini
organo: Roberto Mucci
direttore: Filippo Maria Bressan

Per maggiori informazioni, cliccare sul pulsante sottostante per scaricare il booklet del CD in formato pdf.

Il disco è disponibile per l’ascolto in streaming su Spotify (cliccare per collegarsi a Spotify) e per l’acquisto su iTunes o su AmazonMp3, oltre a numerose altre piattaforme, anche ad alta definizione
Le copie fisiche sono in vendita presso il bookshop della Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo.

Note dell’autore

REQUIEM
Oratorio per soli, coro, ottoni, percussioni e organo in memoria delle vittime di Bergamo del coronavirus

Questo REQUIEM in forma di Oratorio è composto da dodici sezioni. I singoli episodi hanno dei particolari sottotitoli nei quali possiamo leggere un introspettivo itinerario escatologico.
Il percorso ha inizio con il motto dell’INTROITUS, Domine non sum dignus: una personale asserzione dovuta al peso del confronto con i capolavori di questa letteratura del lontano e recente passato.
Al KYRIE ho dato il sottotitolo Agonia, ed il pensiero non può non andare al dolore e alla sofferenza di quei drammatici mesi di marzo e aprile 2020, quando l’epidemia è esplosa con tutta la sua virulenza, in particolar modo nella provincia di Bergamo.
Il testo del TRACTUS, solitamente Absolve me domine è sostituito dal De profundis e porta il motto Pavor nocturnus. Questa particolare scelta deriva dallo stato d’ansia che la pandemia ha scatenato nel nostro inconscio. Come succede al bambino che durante la notte può essere vittima dell’angoscia causata dal buio, che gli impedisce di non riconoscere il suo mondo, così l’uomo si è ritrovato impaurito e disorientato da questo virus che ha drammaticamente distrutto la vita sociale per come la conosceva. È da questo profondo sconforto che emerge così una prima invocazione alla sfera trascendente.
La SEQUENTIA Dies iræ che segue, si connota come una lapidaria risposta di Dio a questa preghiera: Ubi eras? Questo il motto che ho assegnato a tale drammatico episodio. Tratto dal libro di Giobbe (Ubi eras, quando ponebam fundamenta terrae?), l’incipit, in questo contesto, acquista il carattere di un rimprovero dell’Onnipotente alla preghiera che il peccatore innalza solo nel momento della paura e del bisogno.
Al centro della composizione troviamo due episodi (senza motto) che possono sembrare insoliti per un Requiem (ma che forse così insoliti non sono, se li pensiamo come l’omelia e la meditazione organistica di una Messa): la LECTIO, una lettura tratta dal poema cortese “Le jugement dou Roy de Navarre” scritto da Guillaume de Machaut durante la peste nera che sconvolse la Francia e tutta l’Europa nel 1349, e una improvvisazione organistica, la MEDITATIO.
L’OFFERTORIUM porta il sottotitolo Imploratio, dove la preghiera – affidata al baritono solista – prima emersa dal profondo si fa supplica per la salvezza delle anime.
Nel SANCTUS si palesa per la prima volta la “speranza” quella Spes contra spem (speranza contro ogni speranza) citata da San Paolo. E con l’apparire di questo seme di speranza, il cammino vira improvvisamente dalle tenebre verso la luce.
Seguono due momenti estatici, la Contemplatio del PIE IESU – affidata alla voce del mezzosoprano solista – e la Consolatio dell’episodio corale AGNUS DEI.
Nel COMMUNIO Lux æterna il motto afferma, con nuova inaspettata sicurezza le parole di San Giovanni …et lux in tenebris lucet, ovvero le tenebre non prevarranno sulla luce.
Infine con l’ultimo episodio IN PARADISUM si raggiunge la certezza della salvezza, sempre con le parole di San Paolo: Spe salvi facti sumus.

Cristian Gentilini

Presentazione del concerto

L’enfer est tout entier dans ce mot: solitude
L’inferno è tutto in una parola: solitudine…

…fiat voluntas tua
sia fatta la tua volontà

Tra queste due citazioni scorre la partitura dell’Oratorio Requiem di Cristian Gentilini, maestro di cappella della Basilica di S. Maria Maggiore in Bergamo, composto nel tempo del covid-19 in memoria delle numerosissime vittime bergamasche di questo terribile e devastante morbo.
La prima citazione, di Victor Hugo, posta in esergo, esprime tutta la sofferenza che la solitudine e l’isolamento portano al cuore dell’uomo: del compositore prima e poi dell’ascoltatore. Ma anche la sofferenza di chi di fronte al contagio si è trovato spiazzato ed inerme; di chi nel contagio si è trovato ad affrontare una improbabile guarigione nell’isolamento più totale di un reparto blindato; di chi si è visto strappare i propri cari dalle mura domestiche per riaverli, annichiliti nella cenere, dopo qualche settimana.
La seconda citazione, posta in chiusura della partitura – tratta dalla preghiera di Gesù, il Padre Nostro – esprime l’abbandono fiducioso di chi ha compreso che, nella Provvidenza che tutto dispone al bene, anche questo evento storico così tragico ha un senso, e ha intuito che la morte non è l’ultima parola, perché anche alla morte Dio ha posto rimedio con la risurrezione del suo Figlio Gesù. E il fare la volontà del Signore è la sola chiave di lettura per comprendere la vita e morte; per vivere bene la propria vita e per vivere bene la propria morte; per non lasciarsi schiacciare dal peso della vita e da quello, più opprimente certo, della morte.
L’esecuzione di questo Requiem non si presta alla definizione di concerto, se non nel significato tecnico del “fare musica insieme”. Hanno fatto musica insieme gli interpreti di queste pagine, ma, contemporaneamente, la faranno anche gli ascoltatori, immedesimandosi negli stati d’animo del compositore che traspaiono dalle scelte di testi, suoni, colori, intensità. La faranno seguendo passo passo la fede e la preghiera che sono il filo conduttore che lega i vari numeri dell’opera. La faranno ascoltando in silenzio e ascoltando il silenzio, che di quest’opera è parte integrante. Proprio per questo si sono evitati gli applausi, sia all’entrata che all’uscita dei principali interpreti, sia al direttore che al compositore. Il Requiem di Gentilini, infatti, è un itinerario spirituale che si serve della musica per tentare di dare un significato alla morte e conseguentemente alla vita; morte e vita, sorelle inseparabili e ineludibili; morte e vita due realtà con cui fare i conti seriamente, prima o poi, nel corso della propria esistenza. Serenamente, pieni di fiducia e speranza in Colui che della vita è autore e donatore e che alla pienezza della vita ci chiama per mezzo del suo Figlio Gesù. Proprio per questo, al termine dell’esecuzione del Requiem, mentre tutte le altre luci si sono spente solo la cupola e il grande Crocifisso sono rimasti illuminati: l’una, la cupola, immagine del Paradiso, nostra patria definitiva; l’altra, la Croce e il Crocifisso, immagine della scala che ci serve per raggiungere la Gerusalemme celeste che tutti ci attende.
E continueremo, nel silenzio, ad ascoltare il prolungarsi di quanto la musica ci avrà suggerito.

Don Gilberto Sessantini
Priore della Basilica di S. Maria Maggiore in Bergamo

Introduzione al concerto

Buonasera a tutti,
siamo qui riuniti nella Basilica di Santa Maria Maggiore, cappella della città, per commemorare le tante vittime della pandemia COVID 19 che ha colpito profondamente il nostro territorio.
Questa sera riattraverseremo il dolore e le paure di quei momenti, affidandoci al silenzio, alla meditazione, alla preghiera, con l’ascolto del Requiem composto per l’occasione da Cristian Gentilini, maestro della Cappella della Basilica, che ha vissuto dentro la propria persona il travaglio di quei giorni, traducendo in musica il dolore personale per trasformarlo in un’esperienza collettiva, universale, come ascolterete.
La Congregazione della Misericordia Maggiore ha accolto con sentimenti di grande partecipazione questa importante iniziativa, che si colloca nel solco della tradizione della Cappella Musicale della MIA, istituita nel XV secolo.
Un grazie di cuore a tutti voi, autorità, cittadine e cittadini, che avete accolto il nostro invito a essere qui questa sera in ricordo delle tante persone che hanno perso la vita, in un ideale abbraccio a chi non c’è più e ai loro cari. Perché è anche attraverso la memoria che quelle persone continuano a esistere tra noi.
Un grazie speciale al maestro Gentilini e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del Requiem.

Fabio Bombardieri, Presidente della Fondazione MIA
Bergamo, Basilica di Santa Maria Maggiore, 6 novembre 2021